Liquidazione o “TFR” in Italia: le condizioni alle quali il lavoratore può richiedere anticipatamente parte del denaro | Il rotaliano


In tempi di crisi di liquidità, dove l’utilizzo del credito bancario è particolarmente complicato, c’è una soluzione per i lavoratori per ottenere denaro senza indebitarsi: un anticipo sul TFR, chiamato in Italia TFR – (Trattamento di fine rapporto). Infatti, il TFR consiste in una somma di denaro che il dipendente già possiede e che viene accantonata dall’azienda fino alla fine del rapporto di lavoro.

Si può richiedere il pagamento anticipato di un importo dell’indennità di liquidazione? Non sempre! Sebbene sia un diritto, la concessione dell’anticipo è soggetta a determinate condizioni, informa La gamba di tutti.

Ogni dipendente può richiedere, una volta durante il rapporto di lavoro, un anticipo del TFR cui avrebbe diritto. L’importo dell’anticipo viene detratto dal TFR dovuto, che verrà quindi ridotto in occasione della successiva rata.

I dipendenti che hanno maturato almeno otto anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro possono richiedere un anticipo dell’indennità di liquidazione. Tuttavia, il lavoratore non può richiedere l’anticipo se si trova in azienda in disoccupazione tecnica straordinaria (CIG).

Per evitare una crisi di liquidità, la legge obbliga le imprese ad accettare richieste di anticipazioni entro il limite:

  • 10% annuo per i dipendenti aventi diritto;
  • e comunque non superiore al 4% del totale dei dipendenti.

L’anticipazione del TFR non si applica alle aziende con meno di 25 dipendenti. Infatti, il limite del 4% stabilito dalla legge in tale situazione darebbe un risultato inferiore a 1.

L’anticipo TFR può essere richiesto solo per:

  • l’acquisto di una prima casa per te o per i tuoi figli (questo deve essere un immobile destinato alla residenza abituale del lavoratore o della sua famiglia). Si applica anche all’acquisto del terreno per la costruzione della casa;
  • per le spese sanitarie, quando il lavoratore deve pagare terapie e interventi straordinari riconosciuti dalle ASL competenti;
  • per le spese durante i periodi di maternità facoltativa o quando la lavoratrice ne ha bisogno per pagare i corsi di formazione professionale.

Se l’azienda fallisce prima della fine del rapporto di lavoro e, di conseguenza, il lavoratore non ha percepito il TFR, questo viene versato al dipendente dal c.d. fondo di garanzia INPS.

In questo modo il lavoratore ha la certezza, fin dall’inizio del rapporto di lavoro, di percepire sempre l’indennità di fine rapporto, anche in caso di cattive scelte imprenditoriali da parte del datore di lavoro. Quindi, chiedere un anticipo di buonuscita a causa dell’instabilità finanziaria dell’azienda è una preoccupazione inutile.

Quale importo si può richiedere come anticipo del TFR?

Il lavoratore ha diritto di ottenere, alle condizioni sopra indicate, un anticipo nella misura massima del 70% del TFR già maturato alla data di deposito della domanda.

Selene Blasi

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