In tribuna ricorda che la Banca mondiale ha sospeso il suo quadro di partenariato con la Tunisia dopo un aumento degli abusi contro i migranti africani in questo paese, a seguito di un discorso provocatorio del presidente Kaïs Saïed sull’immigrazione clandestina.
La Tunisia, indebitata per l’80% del suo PIL, deve indebitarsi per coprire il suo deficit di bilancio. Sta anche negoziando un prestito di quasi 2 miliardi di dollari con il Fondo monetario internazionale (FMI), che è una condizione per ulteriori aiuti internazionali, anche dall’Unione europea, ma i colloqui sono stati lenti.
LEGGE BloombergLa Tunisia è tra i mercati emergenti più colpiti, insieme a Bolivia e Pakistan.
I mercati obbligazionari in alcune delle economie più vulnerabili del mondo stanno emettendo avvisi di insolvenza poiché le turbolenze negli Stati Uniti e nei sistemi bancari europei rendono più difficile per i paesi prendere in prestito e rimborsare il debito.
La questione ha attanagliato i leader dell’UE, osserva Osservatore UE. Questo, visto che la Tunisia ha recentemente superato la Libia per numero di partenze di barconi di migranti verso l’Italia.
In una lettera in vista di un vertice UE a Bruxelles alla fine di questa settimana, la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen si è detta pronta a mobilitare altri 110 milioni di euro per il Nord Africa per impedire alle persone di rischiare la vita prendendo barche per l’Europa.
“Una nuova costituzione, fatta su misura per il presidente”
Il Liberoun quotidiano belga, parla della deriva autoritaria del presidente tunisino eletto nel 2019:
“Kaïs Saïed sta cercando da diversi mesi di monopolizzare i poteri del Paese. La deriva è aumentata dalla sospensione del parlamento nel luglio 2021. Sulla sua scia è stata introdotta una nuova costituzione, fatta su misura per il presidente, attraverso un referendum ampiamente respinto dalla popolazione. Il nuovo parlamento, con prerogative limitate e nato da elezioni segnate da un tasso di partecipazione appena dell’11%, è stato inaugurato il 13 marzo.
La sfida ora è evitare lo scenario disastroso di una totale destabilizzazione del Paese, che potrebbe avere ripercussioni sull’intera regione e causare un aumento dei flussi migratori verso l’Europa”.
E Il mondo commenta che lo Stato tunisino, presieduto dal 2019 da Kaïs Saïed, che ha assunto tutti i suoi poteri dopo il suo colpo di Stato del 25 luglio 2021, non solo è sull’orlo della bancarotta, ma che i suoi servizi di sicurezza hanno arrestato una ventina di politici avversari fino ad oggi.
Questa doppia prospettiva, tra abbattimento repressivo del regime e “libanonizzazione” del Paese, sintetizzata da un diplomatico europeo, preoccupa l’Italia, ma anche Francia e Germania.
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