Per i russi una pausa operativa è essenziale per rigenerarsi e prepararsi a una guerra di lunga durata. Mosca sta cercando di sfruttare questo periodo di relativa stagnazione per rilanciare le attività del complesso militare-industriale della Russia, che, pur essendo ancora importante in termini di capacità produttiva, comincia a risentire delle sanzioni occidentali”, si legge nel rapporto annuale. Stati dei servizi segreti italiani in Parlamento, presentato martedì 28 febbraio, scrive La Stampa, citato da Rador.
L’anno “si è concluso con il riconoscimento da parte del presidente Putin delle difficoltà incontrate nel Donbass nel contrastare le forze ucraine, segnale che, legato alla proposta di ristrutturazione delle forze armate russe – con un aumento del totale fino a 1,5 milioni di soldati – conferma la intenzione di proseguire il conflitto fino al raggiungimento dei principali obiettivi perseguiti da Mosca”.
“Sebbene gran parte della popolazione russa continui a sostenere l’attività dei vertici del Paese, a causa della pervasiva propaganda mediatica e della narrazione ufficiale, nei sondaggi pubblici si registra un calo di consensi, fenomeno testimoniato anche dal numero di persone che stanno lasciando il Paese”, sottolinea il rapporto annuale dei servizi di intelligence al Parlamento presentato oggi.
“Mosca continuerà a interferire nelle dinamiche politiche e nei processi decisionali dei Paesi Nato”, scrivono gli agenti italiani di 007, “e ricorrerà ancor più che in passato a metodi coercitivi e manipolatori, come attacchi informatici, disinformazione, ricatto e l’utilizzo di leve come la migrazione e l’energia, quest’ultima destinata a perdere rilevanza con l’impegno occidentale a trovare alternative alla dipendenza energetica dalla Russia”
“Gli obiettivi di Putin sono falliti perché non ha capito la sceneggiatura ucraina”
Secondo i servizi segreti italiani, il conflitto in Ucraina “innescato dalla Federazione Russa il 24 febbraio 2022, è riuscito contemporaneamente: a sconvolgere gli equilibri di sicurezza, a riportare la guerra nel continente europeo; sottolineare il fallimento degli obiettivi strategici fissati dalla Russia (tra cui il cambio di governo di Ide a Kiev e l’acquisizione di territori di interesse strategico), che Mosca aveva ritenuto di facile e rapido raggiungimento, e ha incitato l’Occidente a riflettere sull’efficacia e coerenza dello strumento militare russo, alla luce dell’andamento delle operazioni in Ucraina e dei crescenti rischi connessi alla prosecuzione del conflitto.
In particolare, i fallimenti strategici di Putin sembrano essere attribuibili a carenze nell’interpretazione dello scenario ucraino, sottovalutando la portata, la velocità e la coesione della risposta occidentale all’invasione dell’Ucraina e sottovalutando la tenacia del popolo e delle forze a Kiev”.
L’intelligence italiana aggiunge: “Si ritiene che il presidente Putin sia stato spinto ad agire perché riteneva che le forze armate russe avrebbero potuto ottenere la vittoria militare in pochi giorni, evitando così l’imposizione di pacchetti di sanzioni occidentali. (come invece è accaduto)”.
È altamente improbabile che la Russia utilizzi armi nucleari
Nel documento si afferma che “si accresce l’attenzione dei servizi di intelligence nazionali in merito ai rischi di escalation legati alla prosecuzione del conflitto, inclusa la minaccia russa riguardante l’uso di armi nucleari, valutata al momento improbabile. della preparazione di questo rapporto”.
Il rapporto indica anche altre emergenze di sicurezza nazionale, come l’aumento del numero di operazioni di soccorso in mare effettuate da navi delle Ong, principalmente nella zona SAR libica, scrivono i servizi italiani. Queste attività “sono spesso promosse sui social dai facilitatori dell’immigrazione clandestina, come garanzia di maggiore sicurezza nel viaggio verso l’Europa”.
In questo contesto, la presenza di navi umanitarie rappresenta “un vantaggio logistico per le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico clandestino di migranti, consentendo loro di adeguare il proprio modus operandi in funzione della possibilità di ridurre la qualità delle imbarcazioni utilizzate, aumentando tanto la profitti da traffico illecito, ma denuncia: le persone a bordo corrono un rischio molto più concreto di naufragio”.
Anche il rapporto annuale dei servizi segreti italiani presentato martedì al Parlamento richiama l’attenzione sul fatto che la minaccia anarco-insurrezionale è “estremamente concreta e vitale, caratterizzata da componenti militanti determinate a promuovere le proprie idee, dall’incitamento alla propaganda e dalla la pianificazione della lotta era incentrata sulla tipica “azione diretta distruttiva”.
Fonte: La Stampa/ Rador/ Traduzione di Cătălina Păunel
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