Nelul Voinea è disperata per scoprire cosa è successo a suo figlio, Antonio, 31, scomparso senza lasciare traccia quattro anni fa mentre era a bordo della nave Bright tra le Azzorre e il Portogallo nell’Oceano Atlantico. Non è stato trovato nemmeno fino ad oggi.
“Vorremmo sapere qualcosa. Di Antonio non sappiamo più niente, ci sembra che la sua storia non interessi più a nessuno”
Antonio è scomparso il 2 maggio 2018, da allora, i suoi genitori non hanno più avuto sue notizie. Il giovane era con il suo amico, Aldo Revello, mentre erano a bordo della barca Bright, tra le Azzorre e il Portogallo nell’Oceano Atlantico.
Nelu sostiene che nonostante siano passati quattro anni e mezzo, la scomparsa dei due è ancora irrisolta, le circostanze non sono chiare e nessuno finora è riuscito a far luce su certi elementi. .
“Vorremmo sapere qualcosa. Di Antonio non sappiamo più niente, sembra che a nessuno importi più della sua storia, ma è mio figlio e come padre chiedo alle autorità italiane e internazionali di raccontarci cosa è successo a lui Il pensiero di Antonio non ci lascia mai, e il dolore della sua assenza si aggiunge all’angoscia di non conoscere il suo destino.
Posso dire che la mamma di Antonio, mia moglie Daniela ed io abbiamo smesso di vivere più di tre anni fa. Ora sopravviviamo. A molti potrà sembrare strano, ma io non ho perso la speranza di rivederlo vivo, nonostante il passare del tempo”., Nelu ha detto per Il Gazzettino.
La famiglia di Aldo Revello ha chiesto l’atto di morte, ma la famiglia di Antonio, che vive da molti anni a Bovolenta, in Veneto, non può accettare che il giovane non sia più in vita. Dicono che ci sono molte domande senza risposta sulla scomparsa del figlio: “Non ci arrendiamo e chiediamo alle autorità italiane di non mollare con noi, di aiutarci a mettere insieme i fatti”, dice Nelu. I dubbi del padre di Antonio riguardano proprio il modo in cui sono state condotte le indagini in questi anni.
“Purtroppo gli inquirenti non ci hanno fornito alcuna informazione o aggiornamento in merito all’indagine. In assenza di notizie sulle attività svolte, verrebbe da pensare che nessuna sia stata svolta. Tramite il nostro avvocato, avevamo già interpellato diversi anni fa di verificare la presenza di foto satellitari del tratto di mare da cui era stato emesso il segnale Epirb e di contattare le autorità portoghesi per verificare se fosse stata effettivamente effettuata una perquisizione aerea.Ho chiesto, ancora una volta, la verifica dei fatti riportato dalla fonte anonima perché vi erano circostanze che meritavano ulteriori approfondimenti.Non solo non conosciamo l’esito delle indagini, ma non sappiamo nemmeno se siano state condotte “, disse il rumeno.
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