L’Italia intende introdurre il prossimo anno un’imposta eccezionale una tantum del 50% sul reddito delle società energetiche che hanno beneficiato dell’aumento dei prezzi del petrolio e del gas naturale, secondo il progetto di bilancio per il 2023 consultato da Reuters, informa Agerpres.
L’imposta sarà applicata nel caso di redditi che superino nel 2022 di almeno il dieci per cento il reddito medio del periodo 2018 – 2021. Tuttavia, è previsto un tetto del 25 per cento del valore del patrimonio netto alla fine del 2021. .
Lo schema è diverso da quello annunciato dal Tesoro la scorsa settimana, che indicava una tassa del 35% tra gennaio e luglio 2023, calcolata in base agli utili delle società energetiche.
Le autorità di Roma prevedono di ottenere circa 2,565 miliardi di euro dalla tassa.
L’imposta riguarderebbe circa 7.000 produttori e venditori di energia elettrica, prodotti petroliferi e gas naturale, che dovranno pagare gli importi dovuti entro il 31 giugno 2023.
A settembre, gli stati membri dell’Unione Europea hanno concordato di imporre tasse straordinarie alle società energetiche e hanno avviato negoziati sulle decisioni future per risolvere la crisi energetica.
I ministri dell’Energia dell’UE si sono incontrati a Bruxelles, dove hanno approvato le misure proposte per controllare l’aumento dei prezzi dell’energia, che stanno alimentando un’inflazione record e minacciando di innescare una recessione.
Il pacchetto include una tassa sui guadagni inaspettati delle società di combustibili fossili, che si applicherà nel 2022 e nel 2024, e un’altra tassa sulle entrate in eccesso derivanti dall’aumento dei prezzi dell’elettricità da parte dei produttori di energia elettrica che utilizzano fonti rinnovabili meno costose.
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