1 dicembre. Paul Richard Gallagher: Rumeni, un popolo accogliente e unito (foto + audio)

Con il saluto e la benedizione di Papa Francesco, mons. Paul Richard Gallagher ha presieduto giovedì 24 novembre 2022, a Roma, la Santa Liturgia in occasione della prossima Giornata Nazionale della Romania. Il presule ha sottolineato il Vangelo del giorno sull’instabilità del mondo e, successivamente, ha parlato per la Radio Vaticana della generosità dei romeni nella crisi dei profughi in Ucraina. Adina Lovin, dell’Ambasciata rumena presso la Santa Sede, ha sottolineato, tra l’altro, il 160° anniversario della moderna diplomazia rumena.

Città del Vaticano – Adrian Danca
25 novembre 2022 – Vatican News
. Il Vescovo Paul Richard Gallagher, Segretario della Santa Sede per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, ha presieduto la serata di giovedì 24 novembre 2022, a Roma, alla Santa Liturgia in occasione della Festa Nazionale della Romania. L’iniziativa è stata promossa dall’Ambasciata di Romania presso la Santa Sede e ospitata nella Basilica “Sfinții Doisprezece Apostoli” grazie all’Ordine Francescano dei Frati Minori Conventuali.

Diplomazia e prospettiva di eternità

Durante l’omelia della Santa Liturgia, il presule ha trasmesso il saluto e la benedizione di Papa Francesco, il cui pellegrinaggio in Romania rimane “una memoria viva e preziosa per tutti noi”, e il suo motto “Andiamo insieme!” esprime il senso di unità nazionale celebrato il 1° dicembre. Riprendendo poi il Vangelo del giorno (Lc 21, 29-33), in cui Gesù parla della fine del mondo, Mons. Gallagher ha applicato il messaggio apocalittico all’attività diplomatica, ricordando che quest’anno la Romania celebra i 160 anni dall’inizio dell’era moderna diplomazia romena. “La storia ci insegna”, ha sottolineato, “che le buone decisioni non sono sempre quelle che ci danno un vantaggio immediato e di breve periodo, ma al contrario quelle che tengono conto del contesto generale”. Inoltre, da un punto di vista cristiano, è importante tenere conto che tutto deve essere considerato “sub specie aeternitatis”, secondo la famosa espressione della filosofia scolastica, per non dimenticare che “le mie decisioni e le mie azioni saranno giudicato, alla fine, da Dio» e che occorre legare «la mia responsabilità all’universale, prescindendo dagli aspetti spaziali e temporali». A questo proposito, il presule ha ricordato l’esempio del compianto cardinale Agostino Casaroli, già Segretario di Stato della Santa Sede che, “attraverso il martirio della pazienza”, pose le basi del cosiddetto Ostpolitik, “la politica di cauta apertura verso i Paesi comunisti dell’Europa dell’Est”. “Solo chi ha lo sguardo rivolto alle realtà ultime”, ha sottolineato mons. Gallagher, “può essere pienamente a martire, che testimonia il senso e la speranza che sostengono la vita umana e animano ogni realtà”. Figlio e ci invita a prepararci alla venuta del Signore con lo stesso spirito. La tradizione ritiene che la Romania abbia ragione Il Giardino della Madre di Dio, sottolineando il profondo legame tra la Vergine Maria e il vostro Paese. A lui affidiamo il popolo romeno e il mondo intero – ha detto il presule al termine dell’omelia – chiedendo la sua intercessione specialmente per la pace in Ucraina e in tutti i Paesi in guerra.

Paul Richard Gallagher: Omelia, 24 novembre 2022

Rumeni, un popolo accogliente e unito

Su richiesta del direttore rumeno della Radio Vaticana, dopo la Santa Liturgia, l’Arcivescovo Gallagher ha espresso la sua gratitudine a tutti i rumeni che negli ultimi nove mesi hanno accolto più di 2,5 milioni di profughi di guerra provenienti dall’Ucraina. “Sono felice di conoscere questa realtà – ha detto il Presule – ma non mi sorprende: come ho potuto constatare nei miei rapporti con i rumeni, ma anche visitando la Romania con il Santo Padre Francesco, sono un popolo accogliente, con un vero senso di solidarietà, che si spiega con le loro sofferenze passate.Certo, così facendo, stiamo compiendo il nostro dovere, ma è anche la nostra gioia poter accogliere i nostri fratelli e sorelle bisognosi, come tanti ucraini Probabilmente questo inverno ci saranno altre persone da ricevere e quindi altri sacrifici da fare con generosità, quindi rimaniamo uniti nella preghiera in occasione della Festa Nazionale e invochiamo l’aiuto di Dio e l’intercessione della sua Beata Madre per sostenerci nel nostro impegno cristiano. Grazie!”.

Paul Richard Gallagher: Dichiarazione, 24 novembre 2022

Partecipazione del Corpo Diplomatico

Alla S. Liturgia nella Basilica dei “Santi Dodici Apostoli” era presente anche l’Ambasciatrice rumena in Italia, Gabriela Dancău. All’invito hanno risposto numerosi rappresentanti della Santa Sede e della Curia Romana, nonché del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Diversi sacerdoti cattolici romani e greco-cattolici, persone consacrate, studenti e fedeli delle comunità religiose rumene della Penisola si sono uniti al canto in rumeno e in italiano del coro “Arpeggio”. Si segnalano anche la partecipazione dell’ex Nunzio Apostolico in Romania e nella Repubblica di Moldavia, l’Arcivescovo titolare Francisco Javier Lozano, la presenza di Mons. Siluan dell’Episcopato Ortodosso d’Italia e di Fr. Mathieu Dupont, dell’Ordine Sovrano Militare di Malta, in l’anno che segna i novant’anni dall’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra l’Ordine e la Romania.

160 anni di diplomazia rumena moderna

Dopo la celebrazione eucaristica, ha preso la parola il dirigente aziendale recitazione dell’Ambasciata rumena presso la Santa Sede, Adina Lovin. Ha ricordato, tra l’altro, il 160° anniversario della moderna diplomazia rumena, attraverso la creazione del primo “Dipartimento per gli affari esteri e di Stato” dei Principati uniti rumeni. “La nostra diplomazia”, ​​ha affermato Adina Lovin, “continua a essere in prima linea nelle sfide preoccupanti di oggi. Nel contesto globale odierno, i nostri diplomatici sono impegnati a promuovere e difendere i valori democratici, la stabilità e la sicurezza nella regione e nel mondo, il rispetto per diritto internazionale e l’ordine mondiale basato su regole, il funzionamento di un effettivo multilateralismo”. “In un momento in cui noi rumeni, come popolo, celebriamo l’unità della nostra nazione”, ha aggiunto Adina Lovin, “non possiamo fare a meno di ricordare la lotta per l’indipendenza, la dignità e l’integrità territoriale del nostro vicino e amico, l’Ucraina. Vogliamo che la Santa Liturgia odierna sia occasione per pregare per tutti coloro che hanno perso la vita in questa guerra ingiusta, esprimendo l’auspicio che si ponga fine all’aggressione che sta provocando tante sofferenze nel popolo ucraino”.

Adina Lovin: Discorso, 24 novembre 2022

Tarso Mannarino

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