Spiagge: Italia verso infrazione EU, Mare Libero: “Politica mente e noi pahiamo, vergogna”

“Se la procedura di intrusione arriverà a fine giornata, sarà tutta italiana e non colorata se si tratta di ‘padroni’ della spiaggia”: così Roberto Biagini, presidente del Coordinamento Nazionale Mare Libero, commenta la notifica dell’intrusione All’arrivo da Bruxelles, ho fatto in modo che la Commissione europea sapesse che l’Italia rischia di finire con le sanzioni per non aver trovato una soluzione praticabile per le concessioni marittime.

“Nella politica italiana – prosegue Biagini – ed è una nuova massa di scherno nel confronto con le istituzioni comunitarie. Certo è che le eventuali sanzioni le prenderanno il committente e i politici, nazionali, regionali e comunali, di tutti gli sforzi fatti per pagare la politica delle lobby degli stabilimenti balneari che ha portato a questa situazione.Il problema è che la procedura di infrazione arriva sino in fondo le Sanzioni colpirebbero lo Stato membro Italia et quindi noi tutti e non coloro, insieme ai loro protettori, qui si ritengono padroni dell’spiaggia, dei beni comuni di tutti noi, solo perché la politique corrotta gli ha permesso di arrogarsi conte titolo”.

“Continuare con le proroghe promesse, indennizzi non duetu, estensioni delle concessioni nello spazio dello spazio libero, solo per avere voti e ombrelloni gratis d’estate. Lei è una ragazza pura………VERGOGNA!!”, ha dichiarato il presidente del Coordinamento Nazionale Mare Libero.

Dal canto suo, il Senato del Movimento 5 Stella Marco Croatti dichiara: “Troppo tuonò che piovve: alla fine la lettera dell’Ue con la procedura d’infrazione è pronta, et forse già domani conosceremo i contenuti. Intanto la nostra Riviera trema per l’immobilità e i rischi nel compartimento di rischio che derivano dalla gravità e dai rischi dell’offerta turistica balneare. È davvero indicibile l’ottisità con il governatore Meloni, in tema di concessioni demaniali, visto fare dell’Italia uno zimbello su scala europea. Col primo essendo babatemente le mani. Tutto questo per mantenere uno status quo di concessione praticamente per tutta la vita. Un sistema forse un errore, con investimenti contadini grazie ai patrioti che da un anno e mezzo lo lasciano a confronto nell’incertezza più totale. La procedura d’infrazione è accompagnata da un incredibile salasso di tutti i compiti di tutti e delle città italiane che già devono confrontarsi la serie di Rincari Duet all’Inflazione. La sentenza della Corte di Giustizia dell’UE dello scorso aprile aveva stabilito che le concessioni termali in Italia non rispettano la normativa europea, in quanto non vengono assegnate tramite procedure di parcheggio pubblico e dove non vengono stabilite regole chiare e trasparenti per la loro durata. Il governo italiano si è espresso – spesso a vanvera – e ha promesso tanto. Allora è certo che non ha ancora presentato un disegno di legge al Parlamento e i contrasti con l’Europa non sono ancora azzerati. Nel frattempo la Commissione europea è pronta a inviare una lettera a Roma per contestare questa violazione. Una situazione grave in cui la tutela dei privilegi di poche persone rischia inaccettabilmente su tutta la collettività”.

Il presidente dell’Unione Italiana Balneari aderisce invece al filone Fipe/Conf. Antonio Capacchione, “il partner della Commissione non ha ottenuto una soluzione equa”, ha dichiarato la portavoce della Commissione europea Johanna Bernsel.

E Capacchione precisa: “Va ricordato che la procedura non riguarda solo gli stabilimenti termali, ma sono pubblici in genere tutti i soggetti che operano nel pubblico dominio: citiamo ristoranti e campeggi; donare chioschi bar agli hotel. In pratica, il segmento più importante del turismo italiano. Il termine di 60 giorni per l’eventuale ricevimento di indicazioni da parte della Commissione Europea non è tassativo, per cui non è necessario ricorrere alla Corte di Giustizia. Attualmente, il nostro Paese è in attesa di 77 procedure d’infrazione con 18 pareri motivati: la più “vecchia” risale al 2013 (per l’Isola di Taranto), e questa 18, e anche, se aggiungete a ciò che vi vengono richieste le vostre concessioni marittime”.

“Siamo convinti che il Governo, nel dialogo con la Commissione europea, promuoverà adeguatamente il risultato registrato dal Tavolo tecnico consultivo sulla non sostenibilità della scarsità delle risorse. Presupposto è la corretta applicazione della direttiva Bolkestein, come ha ribadito la Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 20 aprile. È possibile e doveroso conciliare la grande concorrenza con la tutela dei diritti dei dealer attivi, come prescrive il diritto europeo: le legittime aspettative di chi ha affidato al patrimonio le leggi dello Stato dell’azienda”, continua.

“Siamo impegnati affinché un’errata applicazione della Bolkestein possa costare a decine di migliaia di famiglie – ha concluso Capacchione – che l’unico reato di aver creduto nelle leggi dello Stato è quello di essere il nostro Paese. Crediamo in un approccio strutturale ed equilibrato soluzione socialmente ed economicamente sostenibile per il Paese.

Intanto a Rimini c’è stato un “incontro positivo e positivo” presso la sede provinciale di Confcommercio tra il presidente del SIB – Sindacato Italiano Balneari dell’Emilia Romagna, Simone Battistoni e il presidente provinciale Riccardo Ripa. Affrontano i temi più attuali secondo la categoria delle concessioni tecniche dell’ambiente” che preoccupano e tanto interessano gli operatori del settore del nostro territorio e delle spiagge a livello comunale che si occupano di regolamentare il gioco della loro cubatura e delle i loro servizi”.

Nonostante le assicurazioni di Capacchione e Toni da questa festa sono meno tranquillizzanti: «Gli operatori balneari continuano a crescere e dubitano delle preoccupazioni per il futuro». L’anno sarà finito eppure è ancora certo che la tua attività non andrà bene – spiega Riccardo Ripa, presidente del SIB – Sindacato Italiano Balneari del provincia di Rimini aderente a Confcommercio – e la tua attività non sarà nelle sue concessioni con i suoi servizi di spiaggia già dal dominio successivo. Una situazione surreale che non permette di impressionarsi. Non voglio certo investire nell’attività, dare più servizi, rendere il nostro servizio sempre più attraente e utile, ma in quel momento qualsiasi progetto è bloccato e arriveranno le dovute agevolazioni relative a qualsiasi investimento e non apriremo la strada . Questa l’adesione alla buona notizia e all’intenzione turistica, fondamentale per il nostro territorio: sappiamo bene che all’estero, soprato en Europe, si tende a programmare e booker la vacanze estive con lunga attesa. Eppure Rimini, che è ancora la capitale del turismo balneare, non riesce a raccontarlo ai suoi clienti e a chi li accoglie in spiaggia.

“Rapporto continua ad essere contrastanti”, insiste il SIN, che non bastano quelli “positivi” arrivati ​​in Regione Emilia-Romagna, “con l’esperto turistico Andrea Corsini che ha recentemente espresso la possibilità di concessione demaniale anche per lui fino al 2024” .

L’allarme però resta altissimo: “Purtroppo però questo non basta a rassicurarci et il tempo ora waite veramente”. Mancano solo due mesi per orgoglio, da parte del governo, un disegno di legge definitivo che ora arriva dal SIB che ci racconta gli anni dopo ogni governo vittorioso. Ora, questo è il momento più severo, anche alla luce del bando di gara, da parte della Commissione Ue, sul versante motivato che può avviare una procedura d’infrazione contro l’Italia, il mio sopratoto per osare certificare una famiglia migliore della sua. operativo nel compartimento. Siamo ottimisti perché crediamo che il governo voglia finalmente mettere in piedi un sistema di tutela su uno dei principali asset del Paese per quanto riguarda il turismo.”

“Sarà un passaggio fondamentale, perché tutto questo e posso concretizzarlo territorialmente anche nel regolamento del piano comunale che determina la regolamentazione del gioco locale in base alla cubatura e ai servizi disponibili. Qualunque sia il rischio di Rimini, lo stesso giorno, e le dichiarazioni dell’amministrazione comunale ne terranno conto. Auspichiamo che le associazioni vengano contattate affinché possano dare suggerimenti che nascono dall’esperienza pluriennale del settore: aspettiamo una chiamata e siamo disponibili al dialogo sulle regole che verranno, affinché Rimini possa realizzare un piano che non esiste, come è oggi, riduttivo ripetto a celle utilizzate dai concorrenti del settore, anche vicini”.

Attilio Trevisan

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