Come ogni anno, nel resoconto “Faccio affari“La Banca Mondiale classifica i paesi più competitivi in base alla facilità con cui le imprese possono operare. E questa voltaItalia perde cinque posizioni rispetto all’edizione precedente, piazzandosi al 50° posto. In classifica, l’Italia è superata da nazioni come la Moldavia (che passa dal XNUMXesimo al XNUMXesimo posto) e la Serbia (che l’anno scorso era cinquantanovesima e ora quarantasettesima). Certo, tutte le classifiche internazionali vanno sempre prese con le pinze, ma quella di “Doing Business” non è incoraggiante e dimostra quanta strada dobbiamo ancora percorrere per raggiungere il livello dei Paesi più avanzati.
Il nostro Paese è quindi all’ultimo posto tra i membri dell’Ue per capacità di attrarre investimenti: solo il peggiore Grecia (sessantuno) e Malta (settantaseiesimo). Lo studio si concentra in particolare sulle riforme adottate dai governi per rendere le proprie economie più business-friendly, sulla base di indicatori quali ritardi burocratici, accesso al credito e all’energia, sistema fiscale e tutela della proprietà, dall’accesso al credito e all’energia alla burocrazia climatica. .
La classifica è guidata da Nuova Zelanda, che quest’anno sta minando Singapore. Là Danimarca è il terzo seguito da Hong Kong, Corea del Sud, Norvegia, Regno Unito, Stati Uniti e Svezia. Al decimo posto c’è una sorpresa Macedonia, che ha sostituito la Finlandia dalla top ten. E in generale è tutta l’Europa dell’Est, grazie alla vigorosa azione di riforme attuata dai governi della regione, che sorprende e guadagna punti rispetto alle economie del G7 come il Canada, salita dalla XNUMXesima alla XNUMXesima posizione.
Tra le principali economie della zona euro, Germania E Francia perdono due posizioni a testa e scendono rispettivamente al diciassettesimo e ventinovesimo, mentre a Spagna sale di un livello fino al trentaduesimo posto. E’ invece stabile alla posizione numero trentaquattro Giapponesuperato in dinamismo da Taiwan (undicesimo) e Malaysia (il ventitreesimo).
Il rapporto, sottolinea la Banca Mondiale, “dimostra che i migliori risultati sono, in media, associati a livelli più bassi di disuguaglianza sociale e quindi a una povertà ridotta e a una maggiore prosperità condivisa”. Queste regole semplici e facili da seguire “sono un segno che il governo tratta i suoi cittadini con rispetto, generando benefici economici diretti: più imprese, più opportunità per le donne, più rispetto per lo Stato di diritto”, commenta il capo economista della Banca Mondiale. Paul Romer, avvertendo che “un esecutivo che non tratta i suoi cittadini in questo modo perde la capacità di governare”.
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