Antonio Passarelli è uno degli chef italiani più famosi in Romania. C’è una storia di vita frizzante, costellata di momenti felici e tristi, tipicamente italiana, ma anche tipicamente rumena!
Antonio parla di suo nonno, che era”vero gangster“.”Era un uomo straordinario, ma era un gangster. Vero. Aveva rispetto per tutti. Quando ero piccolo mi diceva: “Antonio, non importa quello che fai nella vita. L’importante è farlo bene. Se fossi uno spazzino, questa strada sarebbe sicuramente la più pulita”. “La prima volta che sono arrivato in Romania, di notte. Ero triste e stanco, non mi piaceva affatto l’hotel in cui alloggiavo e quello che vedevo. Ma vedevo ancora Timişoara: all’epoca era una città pura, forse era anche una questione di ingenuità…, era subito dopo la Rivoluzione!“, dice Passarelli.
Sogno da tempo un posto piccolo, ma piccolissimo…
Nel nostro Paese non gli mancano – Passarelli vive in Romania da 31 anni – ma ammette di essere deluso da come sono andate le cose nel nostro Paese. “Sei gentile, ho apprezzato il modo in cui mi hai adottato ma sono deluso. Nei primi anni ho conosciuto persone speciali: scrittori, filosofi, critici letterari… ed ero fermamente convinto che la Romania potesse svilupparsi diversamente, onestamente, mi pensavo fosse possibile. Sono rimasto qui perché ho visto molte opportunità….” ha detto Passareli a Radio România Actualităită. Il suo sogno? “Da tempo sognavo un locale piccolo, ma piccolissimo, con quattro tavoli e che si chiamasse “C’era una volta”. Un luogo dove voglio cucinare senza tutta la tecnologia di oggi, come cucinavamo quarant’anni fa: padella e fiamma.
Niente piatti, niente giardini sui piatti, niente popcorn… cibo come quello che faceva mia madre. Vorrei fare questo posto in riva al mare, vedere il mare, il mare del sud Italia, azzurro, profondo, incredibile”conclude, tra gli altri, Passarelli.
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