Il partito del vicepremier Matteo Salvini, denunciato da una giovane la cui immagine è stata utilizzata per un suo manifesto elettorale razzista

Una donna la cui foto è stata utilizzata senza il suo consenso in uno spot pubblicitario per la Lega italiana di estrema destra, membro della coalizione di governo di Giorgia Meloni, ha annunciato che farà causa al partito, definendo le immagini “razziste”.

Anna Haholkina, modella italo-ucraina che vive a Rimini, si è detta scioccata nel vedere il suo volto sui manifesti apparsi a Milano nelle ultime settimane, nel contesto in cui la Lega, guidata dal vicepremier Matteo Salvini, sta intensificando la sua azione anti -L’Islam alla vigilia delle elezioni europee del mese prossimo.

I manifesti mostrano le immagini di due donne, una con la foto di Haholkina usata per rappresentare una donna occidentale “libera”, e l’altra con una donna che indossa il niqab ed è “costretta a coprirsi il volto”. Uno slogan recita: “Da che parte vuoi stare?”

La Lega sta ricorrendo ai temi familiari dell’immigrazione e dell’islamofobia nella sua lotta per la sopravvivenza politica nelle elezioni europee di giugno. Il partito ha ricevuto più del 34% dei voti alle elezioni del 2019, ma secondo gli ultimi sondaggi nazionali si aggira intorno all’8%.

Salvini ha definito queste elezioni un “referendum sul futuro dell’Europa” per decidere “se [aceasta] esisterà ancora o sarà una colonia sino-islamica?

Nel frattempo, martedì la camera bassa del Parlamento ha adottato una legge proposta da Fratelli d’Italia, il partito della Meloni, volta a chiudere centinaia di spazi di preghiera musulmani che non siano moschee.

La foto di Haholkina proviene da un fornitore di immagini stock e doveva essere utilizzata solo per promuovere prodotti di bellezza. Lo ha detto al giornale Corriere della Sera che, sebbene avesse firmato una liberatoria per le fotografie, le regole del fornitore stabilivano che le immagini non potevano essere utilizzate per scopi elettorali o di campagne politiche.

“Nessuno mi ha contattato per chiedere il mio permesso presenterò un reclamo [legala]lei dice. «Abito a Rimini, ma vengo spesso a Milano per lavoro e quando ho visto i manifesti sono rimasto scioccato. Non voglio essere associato a nessun partito, ma soprattutto perché questi manifesti elettorali sono razzisti».

A marzo, le associazioni musulmane in Italia hanno chiesto al presidente italiano Sergio Mattarella di porre fine alla “campagna di odio, denigrazione e discriminazione contro la nostra comunità religiosa” della Lega, in risposta a un’altra campagna di esibizione di partito che stigmatizza le donne musulmane.

Alcuni politici hanno sfruttato la guerra tra Israele e Gaza per cercare di sostenere la loro campagna anti-Islam. L’esempio più noto è quello di Anna Maria Cisint, sindaco della Lega di Monfalcone, che ha vietato la preghiera nei due centri culturali islamici a nord della città. Cisint si presenta alle elezioni europee con la promessa di “fermare l’islamizzazione”.

In Italia più di 1,6 milioni di persone sono musulmane, nonostante l’Islam non sia una religione ufficialmente riconosciuta. Ci sono meno di 10 moschee ufficialmente riconosciute nel paese. La Meloni denuncia da tempo anche la “islamizzazione” in Europa.

“La situazione dei musulmani in Italia è molto, molto brutta”, ha detto Bou Konaté, presidente dell’associazione culturale musulmana Darus Salaam di Monfalcone, che contesta il divieto di preghiera davanti al tribunale amministrativo. «Ma adesso è peggio perché Lega e Fratelli d’Italia sono in sintonia e nella coalizione di governo nessuno si oppone».

Attilio Trevisan

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