Dopo le elezioni previste per il 2023, l’Italia ridurrà di un terzo il numero dei parlamentari

Anche durante la pandemia quasi il 54% degli elettori italiani si è recato alle urne per esprimere la propria opzione sul referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari. Un referendum per confermare una legge approvata dal Parlamento in ottobre e che non richiedeva il quorum per essere convalidata. Ma era assolutamente necessario che gli italiani decidessero se volevano ridurre il numero dei parlamentari del 36,5%, cioè da 945 a 600. E quasi il 70% di coloro che hanno votato ha deciso di sì, ha convenuto che il Parlamento italiano dovrebbe avere meno membri. L’Italia, quindi, non sarà più il Paese con il maggior numero di parlamentari nell’Unione Europea. L’Italia conta oggi 945 parlamentari eletti e 60,4 milioni di abitanti, ovvero 1 rappresentante eletto ogni 64.000 abitanti. In futuro avrà 1 rappresentante eletto ogni 101.000 abitanti, il che significa che perderà quattro posti rispetto agli altri paesi: in Germania 1 parlamentare rappresenta 117.000 persone, in Francia 116.000, in Belgio 76.000, rileva l’agenzia di stampa AGI . Riducendo il numero dei parlamentari, il bilancio dello Stato farebbe risparmiare circa 100 milioni di euro all’anno. Le spese dei parlamentari italiani sono le più alte d’Europa, scrive il Corriere della Sera, aggiungendo che lo stipendio di un parlamentare italiano è circa 5,5 volte superiore allo stipendio medio lordo in Italia che è di 2.534 euro, mentre in Germania il rapporto è 3,9, e in Francia è 2,6, osserva lo stesso giornale.

Ma non saranno gli stipendi dei parlamentari a ridursi in Italia, ma il loro numero: così il numero dei deputati scenderà da 630 a 400, e quello dei senatori da 315 a 200. Se non ci sono elezioni anticipate, è possibile dalla prossima legislatura, nel 2024. Il Parlamento adotterebbe una nuova legge elettorale basata sulla nuova “geografia” dei collegi, anch’essi più piccoli. Alla Camera è in discussione un disegno di legge sul ritorno al voto proporzionale, con soglia elettorale del 5% e altre disposizioni sulla rappresentanza dei partiti minori in Parlamento. La riduzione del numero dei parlamentari implica diversi cambiamenti – dalle regole delle camere del parlamento – alla possibilità di rivedere il sistema di elezione del presidente del Paese. Con la riduzione del numero dei parlamentari, attualmente, c’è il rischio che l’opposizione non possa essere rappresentata in alcune regioni, scrive il quotidiano “La Repubblica”.

Proprio per questo il Parlamento dovrà armonizzare la legislazione, e questo è già all’attenzione della maggioranza parlamentare.

La riduzione del numero dei deputati è stata proposta dal Movimento Cinque Stelle, la principale formazione politica in Italia e sostenuto sia dai partner al potere che dalla maggior parte dei partiti di opposizione. Per il momento, il risultato del referendum è una boccata d’aria fresca per il governo di Roma, che supera così un test politico utile per rafforzare la coalizione di governo.

Da Roma per RFI, Mihaela Iordache.

Attilio Trevisan

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