Bastone del conte (74)


In questo spazio si possono leggere estratti dal libro di Gheorghe Schwartz – CEI O SUTĂ – Il bastone del conte, edito da ED. VECCHIA CORTE nel 2012

Cristina Theodora era ancora più orgogliosa del marito: era così che tutti quelli che conoscevano lo apprezzavano e lo consideravano un vero “profeta scientifico”! Su di lui, quello che lo ha convinto per tutta la vita “Non guardare avanti! Non è bello pensare al futuro!”.

Con “A Haunting Ghost Across Europe – The Ghost of Communism” inizia il Manifesto del Partito Comunista, un opuscolo di trenta pagine pubblicato a Londra all’inizio del 1848, poco prima dello scoppio delle rivoluzioni di “febbraio” o “giugno”. (Francia), quelli di marzo (“Confederazione tedesca”) della “Rivolta viennese” di ottobre, della “Rivolta di Praga” del periodo pasquale, della “Rivoluzione Badoise”, di Sigmaringen, della “Rivolta di maggio” di Dresda, della La rivolta, la rivoluzione ungherese, la rivoluzione italiana, le rivoluzioni nei Principati romeni, la guerra civile in Svizzera (novembre), la rivoluzione greca. Lo sciame ha attraversato quasi tutto il continente.

Primavera dei populi” è iniziata a gennaio a Palermo, ma a Castel l riunioni da giovedì è stata anche discussa l’influenza (“decisiva”) che sarebbe arrivata o meno phytophora infestans alla caduta del governo inglese. Giuseppe la Masa sollevò la popolazione della Sicilia, ma la Sicilia era lontana. Poco si è saputo del presidente proclamato dell’isola, Ruggiero Settimo, a Segrate.

Certo, anche a Milano si sono moltiplicati i cosiddetti “scandali del tabacco” – in realtà violente proteste contro le tasse attraverso il monopolio imposto dagli austriaci – ma il clima si è fatto più teso solo verso la fine di marzo, quando in migliaia hanno manifestato per le libertà civili. e per la sostituzione della Polizia Imperiale con la Guardia Nazionale Nativa. Quando lo “staff” si è avvicinato sempre di più a Segrate, le polemiche con affermazioni scientifiche sono state sostituite da analisi sempre più in preda al panico della notizia. E dove potresti trovare la maggior parte delle notizie? Beh, naturalmente dalla collezione di giornali freschi che continuano ad arrivare alla Novantatreesima, anche in tempi così caotici. Alcune notizie provenivano da pubblicazioni stampate lontano, per lo più in inglese, ma ce n’erano anche alcune vicine. Di “Il Risorgimento”, apparso fin dal 1847 a Torino, di cui Pip ne prese innumerevoli “prove”. La teoria del comportamento continuo della specie umana. Tuttavia, inconsciamente, le sue conclusioni non si riferivano più solo al passato, prendendo il presente solo come “prova dura e tangibile” delle sue argomentazioni. Più di recente, lui, il “profeta scientifico”, ha lanciato anche previsioni per il futuro. Così, da “teoria scientifica”, ciò che egli sosteneva divenne una “teoria politica”. Lo testimonia lui stesso il figlio del giovane conte in una serie di articoli pubblicati alla fine del 1847.. Che ha anche scritto che “non gli piace molto, ma le minacce di eventi eccezionali che accadono ovunque dall’America all’Australia lo costringono a farlo”.

Quando, dopo l’amnistia per i prigionieri politici decretata dal nuovo papa Pio IX, gli austriaci stringono il controllo militare, il Castello del Conte si popola di volti sempre più nuovi. Incontri del giovedì si trasformarono in bisettimanali, però, poiché nessuno era in vena di vecchie discussioni teoriche, si aprirono le porte all’entusiasmo del giorno. Nomi come Giuseppe Mazzini, Camillo Benso Conte di Cavour, Vincenzo Gioberti, Giuseppe Garibaldi, il Conte Cesare Balbo, il Marchese Anche Massimo Taparelli d’Azeglio, Giacomo Durando sono diventati comuni a Segrate. Gli eventi si sono verificati con tale rapidità che “non potevano più essere controllati”, come ha affermato Ţipor.

E, tornando a Tipor e all’amministrazione della Camera, loro tre, l’amministratore ad interim, van Walder e Jammes, erano sempre più preoccupati che Pip, che fino a quel momento avevano considerato “l’eterno bambino”, iniziasse a farsi coinvolgere altrettanto fortemente nella politica. Certo, il figlio di Ambrogio II era sempre e in tutto quello che faceva pieno di fanciullesco entusiasmo, ma un conto era appassionarsi alla vita degli insetti o inventarsi stupide teorie e altro era mettersi in un gioco che non si faceva Non ho nemmeno – Puoi controllarlo e non puoi nemmeno giudicare come andrà a finire. La potenza e la costanza della Casa sono sempre venute dal ben mascherato coinvolgimento nei giochi dei potenti, mai il Conte, né Ambrogio II né gli altri predecessori del Novantatreesimo sono usciti dall’ombra. Sulla rampa. Questo è il motivo per cui sono riusciti a superare con successo così tanti cataclismi.

Quando il generale Giacomo Durando – ma anche il Papa! – hanno sostenuto il movimento di liberazione nazionale, la popolazione, dalla più piccola alla più numerosa, è scesa in piazza. Pio IX si rivolse alla folla il 10 febbraio con le parole: “Gran Dio, benedici l’Italia!”. Lo slancio nazionale ha raggiunto il suo apice. E poco importa che il 29 aprile lo stesso papa Pio IX dichiarò chiaramente la sua intenzione di non interferire nel conflitto con gli austriaci: Giacomo Durando, suo generale, assicurò alle sue truppe che le loro spade sarebbero state impugnate anche per volontà di Dio nella santa lotta del… Cristianesimo.

Il figlio del Giovane Conte, attuale capo della Casa, non poteva più essere fermato. L’entusiasmo collettivo ha contagiato anche lui. L’entusiasmo dà piacere. L’entusiasmo è anche una forma di vivere il presente, indipendentemente dal futuro. “Non guardare mai avanti!” diceva Tata a Pip. “Guardare al futuro fa nascere solo vane speranze e inutili preoccupazioni”, ripeteva sempre e Pip cresceva. Il futuro personale non si può nemmeno prevedere. Solo quello collettivo al massimo.” Ecco dove sta il potere La teoria del comportamento continuo della specie umana!”.

Dopo la temporanea cacciata degli austriaci, il mondo esultò anche a Segrate, e il Novantatreesimo fu chiamato “Il Saggio di Lombardia e Piemonte”. Cristina Theodora esultò: era ancora più orgogliosa del marito. Di fatto, Incontri del giovedì sono stati sostituiti da un pellegrinaggio permanente al Castello, dove la gente è venuta per esprimere la propria gioia. Fino al giorno in cui Pip notò con stupore che l’opulenza era improvvisamente cessata. Indagando sull’accaduto, scoprì che van Walder aveva ordinato la chiusura delle porte del castello. Il Novantatreesimo si arrabbiò terribilmente e chiese all’olandese di lasciare immediatamente il campo. I tentativi di Ţipor e Jammes di cambiare la loro decisione hanno portato solo al loro licenziamento. Il figlio del giovane conte non era più il Pip che conoscevano e di cui tenevano la fortuna. “L’hai tenuto per il tuo bene!” gridò il Novantatreesimo. Né van Walder, né Ţipor, né Jammes erano giovani da molto tempo. Per lui è giunto il momento di ritirarsi. Andare in pensione. Solo pochi giorni dopo la loro partenza, vengono informati da Segrate che beneficeranno di un vitalizio.

Il Castello e il Novantatreesimo ospitarono anche diversi incontri dove furono messe in campo le diverse forme di leadership del nuovo Stato Libero Lombardo Piemontese. Lì furono nominati i futuri governatori di alto rango. Sempre al castello venivano licenziati i dignitari che non potevano nemmeno occupare i loro posti. Sempre sotto il patronato del figlio di Ambrogio II.

Pip ha avuto tempo durante questo periodo per pensare al futuro? Nel suo futuro, quando al suo cospetto si stabiliscono momenti effimeri del futuro dell’Italia? Lo scrivano dubita, e lo stesso Novantatreesimo avrebbe risposto che se poi si fosse preoccupato di ciò che sarebbe potuto seguire, non sarebbe stato certo così felice.

E “quello che sarebbe potuto succedere” è successo. Le rivoluzioni e le rivolte in tutta Europa furono soppresse una per una. Dopo aver dovuto lasciare il Piemonte e ritirarsi verso nord, pochi mesi dopo, le truppe del maresciallo Radetsky, in inferiorità numerica, annientarono a Novara, il 23 marzo 1849, l’esercito del Regno di Piemonte Sardegna guidato da un generale polacco. (Finora, nella lotta di liberazione nazionale, è avvenuta la vittoria dell’esercito austriaco guidato da un maresciallo ceco sulle truppe italiane guidate da un generale polacco…)

Pare che Radetsky, prima di partire in marzo da Milano per Pavia, nella sua marcia vittoriosa, fosse anche a Segrate. Quanto a come sia avvenuto l’incontro con il Novantatreesimo Scriba, lo scrivano non ha notizie, ma sembra che questo evento non prefigurasse i tragici momenti che seguirono. Ma già ad aprile l’intero castello di Segrate è stato messo sotto sorveglianza e Pip si è ritrovato agli arresti domiciliari. Anche gli uomini del generale Haynau – la “Iena di Brescia” o la “Tigre di Amburgo”, come veniva soprannominata, a seconda da che parte la si guardava – capì che non era affatto saggio agire subito contro il “Saggio di Lombardia e Piemonte” . Nella popolazione, inorridita da tutte le rappresaglie di cui fu oggetto, ribolliva ancora l’entusiasmo degli ultimi mesi, ed era ancora vivo il prestigio del Novantatreesimo. Quindi, almeno per un po’, il castello fu solo custodito. Quando il generale Girolamo Ramorino fu fucilato per alto tradimento e fu ammesso a comandare un proprio plotone di esecuzione, divenne chiaro che dal destino dei vinti potevano nascere leggende di eroi.

Poi le cose si sono calmate e dopo un po’, come al solito, anche le masse si sono calmate.

Poi venne il momento: il Castello divenne il luogo dove si insediarono diversi tribunali militari che pronunciavano le condanne capitali. In un’altra parte d’Europa, dopo la sconfitta delle armate rivoluzionarie di Lajos Kosuth il 13 agosto 1849, in Siria, Artù Gorgey capitola al generale russo Artur Rüdiger. E firma la capitolazione nella biblioteca del castello del barone Bohus con il generale Frolov. La situazione al castello di Segrate era ancora simile a quella del castello vicino ad Arad. Gli alti ufficiali, sia dalla parte dei vincitori che da quella dei perdenti, incutevano rispetto. Allo stesso modo, i generali e gli ufficiali dell’esercito rivoluzionario ungherese sotto la guardia dell’esercito imperiale zarista trascorsero lunghe notti con i generali e gli ufficiali russi.

Fino a quando non vengono consegnati ad Haynau. Un tribunale militare ha condannato a morte tredici generali (e colonnelli) della rivoluzione ungherese (“amplificatore; aradi vertanúk”, come passarono alla storia). Quattro di loro sono stati uccisi e nove per strangolamento. La sentenza fu eseguita, presso le mura della fortezza di Arad, il 6 ottobre 1849. Il giorno non fu scelto a caso: era il primo anniversario del linciaggio del conte Theodor Baillet de Latour, ministro della guerra austriaco da parte del popolo viennese perché intendeva inviare truppe contro i rivoluzionari. Poi, il 6 ottobre 1848, la famiglia imperiale lasciò la capitale e iniziò la rivolta viennese.. Per dimostrare che la rivoluzione era definitivamente conclusa e che i suoi protagonisti venivano puniti in maniera esemplare, personalità impegnate nei movimenti antiasburgici furono uccise in diverse parti dell’impero: ad Arad i “Tredici Generali”, a Pest, Lajos Batthyány, ex primo ministro dell’Ungheria rivoluzionaria, al Castello di Segrate, novantatreesimo, “Il saggio di Lombardia e Piemonte”, (“l’ospite, iniziatore e complice di tante cospirazioni antimperialiste”, come dice la frase). E ci furono altre esecuzioni, tutte il 6 ottobre 1849, ma ognuna ha il suo romanzo.

Attilio Trevisan

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