Incinta di 7 mesi, Giulia morì sotto una pioggia di accoltellamenti, uccisa e data alle fiamme dal suo amante. Come il giovane italiano “dal volto d’angelo” ha premeditato il suo delitto

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Un barista di 30 anni ha pugnalato a morte la sua fidanzata di sette mesi e ha dato fuoco al suo corpo due volte. L’uomo aveva un’amante, anche lei incinta. Prima dell’omicidio, il barista ha cercato su Internet “come uccidere la tua ragazza e come smaltire il corpo”.

Dalla redazione dell’Observateur il 01.06.2023, 17:12

Alessandro Impagnatiello è stato incarcerato per omicidio aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza senza consenso. Il barista, 30 anni, aveva inizialmente denunciato la scomparsa da casa della sua fidanzata, Giulia Tramontano, 29 anni, incinta di sette mesi, ma la sua denuncia era piena di contraddizioni, compreso un indirizzo inesistente dove la piccola avrebbe avuto scomparso amico, scrive l’ANSA AFP.

Il film poliziesco scioccante italiano. Ha ucciso la sua ragazza incinta e poi le ha dato fuoco

Impagnatiello ha poi confessato e raccontato alle autorità dove aveva nascosto il corpo senza vita di Giulia Tramontano, in un angolo di terreno dietro un palazzo a Senago, vicino a Milano, non lontano dalla loro casa. Dall’interrogatorio sono emersi dettagli scioccanti.

La ragazza è stata pugnalata a morte 2-3 volte in seguito ad una lite avvenuta in casa, e Impagnatiello ha poi tentato per due volte di bruciare il corpo, senza successo. Ha tentato prima di dar fuoco al corpo nella vasca da bagno di casa con l’alcol, poi in un altro luogo fuori casa, forse in un garage, con la benzina.

Il delitto era premeditato. La cronologia delle ricerche su Internet è risultata vuota su man

Il pubblico ministero ha invocato anche l’aggravante della premeditazione. Dalle indagini è emerso che, poco dopo l’omicidio, Impagnatiello ha tentato di incontrare la sua amante, sostenendo che Giulia se n’era “andata” e che era un “uomo libero”, denigrando per anni anche la 29enne dicendo che il bambino che aspettava non era suo, anche se non era reale.

Ma la padrona, preoccupata, ha deciso di non incontrarlo e ha rifiutato quando lui si è presentato a casa sua a Senago, Milano, domenica scorsa. Per tutto questo tempo il corpo di Giulia Tramontano era ancora nella loro casa. Secondo il pm Alessia Menegazzo, Impagnatiello “ha cercato su Internet come uccidere e come disfarsi del corpo del suo compagno”.

Gli investigatori hanno trovato tracce biologiche, presumibilmente sangue, sull’auto di Impagnatiello, spingendo la Procura di Milano ad indagare su di lui.

Il criminale aveva anche un’amante, anche lei incinta.

L’uomo ha screditato la sua ragazza davanti all’amante, lasciando intendere che avesse problemi mentali. Sarebbe stata proprio la docente a chiedere a Impagnatiello di incontrare Giulia sabato per risolvere i problemi. Le due donne, che prima non si conoscevano, sospettavano da tempo che l’uomo avesse una relazione.

Impagnatiello è stato licenziato dal bar dove lavorava. Inoltre, il ristorante è stato temporaneamente chiuso, impedendo l’accesso ai clienti esterni. “Era un bravo ragazzo, non ci saremmo mai aspettati una cosa del genere da quel viso angelico”, ha detto il padre di un amico di Alessandro Impagnatiello.

“Era considerato una delle persone più gentili della zona. Lui e mio figlio si sono sentiti il ​​30 maggio, il giorno dopo la denuncia della scomparsa della donna. Era sconfortato per la scomparsa di Giulia, i suoi amici hanno cercato di consolarlo e di aiutarlo. Non avevamo mai pensato a questo epilogo, quando abbiamo visto la notizia stamattina non ci credevamo”, aggiunge.

Serena Megna

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